domenica 5 agosto 2007

Inizia l'estate

Cagliari 5/08/2007
18:30

Finito con gli esami.
Maggie sta bene e con lei anche la piccola Diana.
Tra 5 mesi in casa saremmo in tre.

Maggie ha chiesto il favore di non parlare del suo incidente.

lunedì 7 maggio 2007

Maggie

Mi scuso con tutte le persone che seguono la mia vita.
Ho avuto qualche problema.
Problema che mi ha tolto tempo per scrivere.
Maggie ha avuto un incidente. Tra facoltà ed ospedale non ho più testa per scrivere sul blog.

Non appena sarò un pò più tranquillo pubblicherò nuovamente.

A presto.

venerdì 27 aprile 2007

Sarà diverso

Roma 28/04/2007
00:05

Quest’anno andrà diversamente. Al concerto del 1° Maggio Maggie non ci sarà. É partita fuori. Col tizio della foto.
Mi fa incazzare da morire, perchè non so neanche dove andranno. Vorrei odiarla ma non ci riesco.

Mi sento escluso.

Messo da parte.

martedì 24 aprile 2007

Due opposti

Roma 24/04/2007
23:45

Il lunedì è scivolato facilmente. Tra lezioni e scambi di appunti. Un pranzo veloce, pomeriggio intero in biblioteca e notte tra 3D Home Architect e chat.

Oggi però è martedi ed è tutta un’altra storia.
Nessuna voglia di studiare e disegnare. Fuggo nuovamente dalla mia realtà studentesca e decido di incontrare Diego e Giulio.
- Oggi non ho voglia di andare a lezione. Ho un po di tempo. Ci vediamo?
- Ho solo un’ora per pranzo. Passo a prenderti a Piazza della Repubblica. Sono senza Giulio, però!
Da qualche giorno Roma è stata innondata da un caldo asfissiante. Maglia, jeans ed infradito.Volo con la metro B a Termini.
Sono le ore 12:00, ho giusto il tempo di fare un giretto per I negozi della stazione.
Quante persone saremo al mondo? La metà le ritrovo sulla metro e l’altra metà nei negozi. Cazzo la capitale è affollatissima!
Tanti sono armati di Trolley. Alcuni in partenza, altri di ritorno.

Passo parecchio tempo in profumeria. Acquisto “Ck one”. È diventato il mio profumo abituale.
Compro shampoo, scrub per il viso ed un regalo per Maggie. “Dior Chèrie” le piacerà?

Ora di pranzo. Mi dirigo all’appuntamento.
Aspetto vicino al Warner Village. Faccio in tempo a fare cinque tiri di Marlboro Light e davanti a me si ferma un’ Audi Q7 nera.
É da solo. Giulio non c’è. Diego è vestito in perfetto stile “uomo d’affari”.
- Ho preso tutto il pomeriggio solo per te. Più tardi andiamo a casa da Giulio.
- Bene.
Mi sento un deficiente. Visto alla luce, Diego è proprio un uomo adulto. Bel tipo, ma non il mio. Nudo è sicuramente meglio.
Mangiamo in un ristorante di via Cavour. Fettuccine al ragù di cinghiale, filetto di manzo ai ferri e verdure grigliate. Sorbetto al cocco per concludere.
Sembra di essere con mio padre. Gli racconto di me e di quello che faccio.
- Non saltare troppe lezioni.
- Non frequento regolarmente da quindici giorni. Non stò tanto indietro.
- Alla luce sei ancora più carino.
- Anche tu.- Non è vero, meglio tra I vapori e le luci soffuse.
Voglio soddisfare una curiosità.
- Quanti anni hai?
- 42. troppi?
Cazzo. É più grande di quanto pensassi.
- Ti avevo dato massimo 35 anni.
- Beh, è un bel complimento. Merito dello sport.
Usciamo dal ristorante e saliamo in macchina. Mi sento come un go go boy. Lui mi guarda come fossi una reliquia preziosa. Capisco che vuole sesso.
- Andiamo a casa vostra?
- Ancora Giulio non c’è.
- Lo aspettiamo a casa, no?
- Ok.
In macchina ascoltiamo Maroon 5.
Superiamo Piazza Buenos Aires ed entriamo ai Parioli.
Una casa indipendente. Tra me e me confermo che è uno coi soldi.
All’interno arredamento Barocco e profumo di parquet appena cerato. Mi siedo sopra un divano bordeaux. Lui si assenta per qualche minuto.
Ricompare a torso nudo. Nelle mani due bicchieri.
- Cos’è?
- Martini liscio.
Niente olivetta. Siede accanto a me. Decido di rompere il silenzio e metto un CD dei Rem trovato sopra l’impianto. “Losing my religion”. Mi piace.
Torno a sedermi. Pochi secondi e mi accarezza il viso. Non mi muovo. Sono bloccato.
Mi distende sul divano. Slaccia il mio jeans. Mi masturba. Prova a baciarmi. Mi copro con un piccolo cuscino.
Mi fa venire. Più per reazione fisica che per coinvolgimento mio.
- Posso sciacquarmi?
- Vuoi fare una doccia insieme?
- Grazie, ma mi asciugo velocemente e vado via.
Ho voglia di scappare. Mi sento usato.
Mi domanda se qualcosa non và. Rispondo solo che ho un appuntamento.
- Ma come? Hai saltato le lezioni per stare con me?!
- Tu avevi datto di avere libera solo l’ora di pranzo. Ho fatto appuntamento con la mia coinquilina.
- Fai un po come vuoi.
Sembra infastidito, non è un mio problema. Penso solo a me.
Lo saluto e vado via.

Cammino per strada. Non conosco la zona. Chiedo informazioni.
Un’ auto grigia mi suona contro. É Giulio. Lo riconosco immediatamente.
Dovrei evitarlo, ma qualcosa mi porta da lui.
Per la prima volta sento la sua voce. Un tono pacato ma sicuro.
- Che fai qui?
- Ero da te.
Non sembra stupito.
- Vuoi che ti riporto a casa?
- Grazie.
Salgo in macchina. Mi racconta di lui e del suo lavoro senza che gli faccia domande. Dirige un supermarket. Gioca a tennis. Ama gli animali.
Riesce a distoglier la mia mente da Diego e tra un giro e l’altro passiamo quasi due ore insieme dove riprendo a raccontare di me e dei miei studi.

Arriaviamo sotto casa mia.
- Ti faccio un caffè?
- Perchè no.

Beve il caffe in camera ed io fumo una sigaretta. Mi distendo sul letto e lui seduto ai miei piedi. “Erase Rewind” in tutta la stanza.
Prende i miei piedi tra le mani. Li massaggia. Lo osservo accarezzarmi. In effetti non abbiamo scambiato tante parole ma preferisco così. L’opposto di Diego.
Pochi minuti e mi ritrovo tra le braccia di Orfeo.

Mi sveglio senza maglietta e jeans. Solo slip. Lui non c’è più. Sulla scrivania un biglietto.
“Quando ti va di parlare fatti sentire. Questo è il mio numero 3xx-xxxxxxx. Tranquillo non ti ho nemmeno sfiorato”.
Mi sento cullato. Come un neonato.

Il profumo per Maggie aspetta di essere incartato. Ci penserò domani.

domenica 22 aprile 2007

Ci vuole tempo

Roma 22/04/2007
21:03

Il risveglio è stato più che piacevole. Con la convinzione di fare colazione, mi dirigo in cucina dove la tavola è ormai apparecchiata per il pranzo. Cazzo è tardi!
Maggie ha preparato tutto da sola. Pennette al tonno, polpette dell’IKEA e insalata. Muoio dalla fame.
Ha apparecchiato per sei persone. Le chiedo chi mangia con noi.
- Claudio e Max. Arrivano tra una ventina di minuti.
- E’ da prima che partissi per Dublino che non li vedo!
- Infatti è per quello che vengono. Dicono che stai prendendo brutte abitudini!
Rifletto un secondo. Non sono le prime persone a sostenerlo.
- Maggie, lo pensi anche tu?
- No, perché?
Vorrei dirle qualcosa, perché dal mio rientro l’ho vista strana e sfuggente. Non ci riesco. Improvviso un sorriso a 1560 denti. Sorride anche lei. Tutta finzione.
- Lu, mi faccio una doccia! Dopo aver cucinato mi sento oleosa.
Rimango da solo in cucina. Lei va in camera e si chiude dentro. Sento fruscii e rumori di cassetti.
Assaggio una polpetta.
La vedo passare davanti a me in slip, senza reggiseno e senza niente tra le mani. Entra in bagno e si chiude nuovamente dentro.
Solitamente mi avrebbe chiesto di farle compagnia. Io sulla tazza del water, lei in doccia. Avremmo parlato di tante cazzate.
Oggi non è successo.

Approfitto della sua assenza ed entro in camera sua. Profumo di “Pink Sugar” in tutta la stanza.
Ripenso ai rumori che ho sentito un attimo fa e apro i cassetti. Tutto all’interno è in ordine
.
Tranne una maglia arrotolata.
Vedo immediatamente che al suo interno c’è qualcosa. Un mazzetto di foto. Saranno in tutto una decina.
Foto di Maggie con un ragazzo. Capelli corti, completamente spettinati, castano chiaro, occhi scuri e pizzetto. Non è il mio tipo ma è carino.
Le foto non sono fatte nella stessa giornata. In Piazza di Spagna, Fontana di Trevi, Piazza del Popolo ed alcune fatte in strada ed in motocicletta.
Ma chi è questo tipo? Senz’altro è qualcuno con cui esce. Perché non me ne ha parlato?
Non sento più il rumore della doccia. Capisco che, in bagno, Maggie ha finito. Rimetto tutto com’era ed esco dalla camera.
Suonano al citofono. Claudio e Max.
Escono dalle loro camere anche le nostre due co-inquiline. Lucia e Alessia. Siamo pronti per pranzare.

Che bello! Mi sento davvero a casa. Max e Claudio sono sempre gli stessi. Mi fanno tagliare dal ridere.
- Perché non le lasciate mangiare in pace?
- Tu che vuoi? Sei appena rientrato da Dublino e sicuramente non senti il bisogno di nessuno. Io e Max siamo soli ede abbandonati ed abbiamo bisogno di attenzioni.
- Lo capisco. Ma non mi pare che Alessia e Lucia ricambino le vostre attenzioni.
- Dalle tempo. È come quando ti iscrivi in palestra. Dopo la prima lezione, i muscoli non spuntano magicamente. Ci vuole tempo. Io e Claudio ne abbiamo.
Lucia e Alessia ridono. Sono diverse da noi quattro. Un po’ timide. Ma ha ragione Max, ci vuole tempo.
Per tutto.

Nel pomeriggio ci rintaniamo tutti in camera mia. Giochiamo con la PlayStation2.
Ridiamo, ci prendiamo per culo.
“Super Monkey Ball Deluxe” è un gioco che mi mette ansia. Una scimmietta dentro una palla e percorsi complicatissimi. Banane da recuperare e altezze vertiginose. Ogni volta che finisco nel dirupo m’incazzo come una iena.

Maggie, dopo poche partite ci abbandona e va in camera sua. Decido a quel punto di parlarle un po’.
- Come va?
- Bene. Perché?
- Sei strana. Sempre per i fatti tuoi. Anche a tavola non hai detto niente.
- A me non mi pare.
- Si, ridevi e basta.
- Beh. Ridere non è poco. Se avessi qualche problema non riuscirei a ridere.
- E’ una scusa stupida, ma va bene lo stesso.
- Non è una scusa.
- Va beh. Voglio crederti.
- Luca, è tutto ok. Te lo assicuro. Sono solo stanca e stressata dall’accademia. Sono sempre di corsa. Non ho tempo per niente. E’ gia tanto che oggi sono riuscita a cucinare per voi.
- Tutto qui? Allora basterebbe un po’ di svago insieme e passa tutto.
- Te l’ho detto Lu, non ho tempo.
- Ma non ho detto mica quando. Vedi che sei strana e sfuggente?
Esco dalla camera. I giri di parole mi innervosiscono.

Torno in camera a giocare con gli altri. Lucia ed Alessia sono vestite per uscire. Tutti m’invitano a prendere un gelato a Campo dei Fiori. Faccio una doccia velocissima e mi preparo in due secondi con le prime cose che trovo. Pantalone grigio e maglietta nera con stampa. Sono l’unico ad essere in tuta.
Maggie non viene.
Cerco di non pensare a niente e con la metro ci dirigiamo in centro.
Parliamo un po’ del sabato e di come tutti e cinque l’abbiamo passato diversamente. Io non ho niente di speciale da raccontare. Un sabato normalissimo all’Alpheus. Quasi mi sembra non interessi a nessuno. Capisco di non essere di compagnia e dopo aver mangiato un gelato “zuppa inglese, crema e pera con caramello” tiro fuori una scusa e me ne vado.
Claudio e Max non mi chiedono niente. Se non ci fossero Alessia e Lucia potremmo parlare. Alla prossima.

Mi dirigo verso Villa Borghese dove ho voglia di correre un po’.
L’aria è fresca, come me altre persone fanno footing. Corro per un’oretta. Senza pensare a niente.
Decido di fermarmi e mettermi sull’erba. Mi distendo. Guardo il cielo e le nuvole. Chiudo gli occhi e mi lascio andare al sonno.

Mi risveglio dopo quasi tre ore. Devo tornare a casa. Ho la schiena a pezzi e fili d’erba dappertutto.
In metro osservo la gente. Qui a Roma sembrano tutti in vacanza. Per molti è così, vorrei che fosse così anche per me. Da domani riprendo in facoltà.

A casa non c’è nessuno. Sento il profumo di Maggie in tutto il corridoio. E’ uscita. Sicuramente col tipo della foto.
Squillo del cellulare. Un sms.
“Quando ci rivediamo?” firmato Diego e Giulio.
Per un attimo li avevo rimossi.
Oggi non mi va di vedere più nessuno.
Mi chiudo in camera. Accendo il PC e faccio partire Winamp. “Sad Eyes” di Bruce Springsteen mi avvolge tra le mura della mia stanza.
Oggi lascio cadere la giornata così. Non ho neanche voglia di mangiare.

Mi sento triste.

venerdì 20 aprile 2007

Tra i vapori della sauna

Roma 20/04/2007
23:00

Aprire la finestra e vedere il cielo di Roma fa sempre un certo effetto. Tutto all’aria, pulizie primaverili. Per fortuna ho da lavare solo le lenzuola ed un paio di slip.
Quello da fare non è un granché, mi basta un’ora e la camera è perfetta.
Seduto in terra. Cellulare in mano e Patty Pravo che canta solo per me. “Pensiero Stupendo(’97)” m’invoglia a chiamare Pietro.
Ci vediamo nel pomeriggio alla fermata Cavour della metro B.

Vorrei poter gia indossare infradito e bermuda ma il tempo ultimamente non è stato rassicurante. Sole, poi pioggia, meglio non fidarsi.
Metto solo i bermuda in jeans Diesel. Cintura blu-rosso-blu Gucci Una polo rossa Prada. Scarpe bianche della Nike. Occhiali blu Rayban. Praticamente perfetto.

Sono le 17:30. Pietro arriva con pochi minuti di ritardo.
- Che merda questi zingari. Due bambine microscopiche volevano prendermi il portafogli. Mi ha avvisato una signora tedesca. Non ho capito un cazzo di quello che ha detto ma ho fatto in tempo a bloccare quelle due. Sto ancora tremando.
Pietro non si cura quanto me, ma è comunque un ragazzo davvero, davvero carino. E’ un poco troppo donnina ma rimorchia anche più di me. L’importante è non farlo parlare.
Biondo,occhi azzurri oceano, sorriso perfetto e un fisico asciutto e poco definito. Indossa un jeans ed una camicia sagomata D&G. Lui è stato più intelligente di me, ha messo le infradito. Pazienza.
- Iniziamo bene! Riprenditi, tanto da qui alla sauna abbiamo 10 minuti.
- Luca, oggi non credo mi farò nessuno, vorrei solo stare a mollo “da solo” nella vasca idromassaggio. Ma so che non sarà così. Purtroppo.
- Non credo ti dispiacerà, l’ultima volta ti sei fatto scopare da tre, quasi contemporaneamente!
- Certo, tu mi avevi mollato per stare con Holden. Cosa facevo con voi? Vi guardavo? Sono tutto fuorché un voyeur. IO!
- Non c’è niente di male nello spiare le persone. In fondo in fondo a chi non piace?
- Te l’ho detto! A me!
- Ma smettila.
Entriamo in Sauna, esibiamo i tesserini. Ci danno ciabattine, asciugamano, braccialetto con la chiave dell’armadietto e preservativo.
Lo spogliatoio è vuoto. Due minuti per spogliarci. Rimaniamo solo con l’asciugamano bianco legato in vita.
- Lu, se non fossi un amico, oggi potrei scopare te! Sei un figo da paura. Posso toccarti il petto?
- Smettila.
Mi accarezza il petto e la pancia. Non rimango indifferente.
- Se non trovo nessuno che mi piace scopiamo, ok?
- Tanto troviamo, lo so!
- Ma non avevi detto che volevi solo farti un bagno?
- Ho cambiato idea. Può capitare quando ti trovi uno come te davanti!
- Ah ah ah.
Ci separiamo subito. Lui al bagno turco, io in vasca.
Vapore ovunque. Di tutti quelli che ci sono, al massimo cinque potrebbero essere carini. Ma ho bisogno di vederli da vicino. Mi immergo nella vasca direttamente con l’asciugamano. Davanti a me un uomo grosso e peloso. Non è per niente il mio tipo. Chiudo gli occhi.
Solo un po’ di sano relax.

Il mio risveglio è dolcissimo quanto esplosivo. Due uomini mi baciano e mi accarezzano il collo ed il petto.
Due sconosciuti. Ma non è un problema, dopo avrò tutto il tempo per le presentazioni.
Mi lascio andare. Faccio giusto in tempo ad accorgermi che il mio asciugamano non c’è più. Pazienza.
Uno è moro, l’altro rasato. Sono grossi e muscolosi. Mi lascio baciare ovunque fuorché in bocca.
Sento i loro corpi sfregarsi sopra me. L’uomo rasato mi porta la mano sul suo uccello. Lo sento grande e gonfio. Il moro succhia il mio. Ci fermiamo un minuto. Mi portano in una stanzina con i materassi ed il rasato mi spinge contro uno di questi.
Mi accarezza ovunque e lecca ogni minimo centimetro del mio corpo. Indossa il preservativo ed entra. L’uomo moro s’infila sotto me e riprende a succhiare il mio cazzo.
Passiamo un’ora e più a scambiare ruoli e posizioni. Veniamo in tutto per tre volte.
Usciamo dalla stanza sudati e completamente nudi.
La vasca è vuota e gli asciugamani sono ancora li. Ci immergiamo. E’ il momento di parlare un po’.
- Non è una mia abitudine svegliarmi coperto da due uomini.
- Ogni tanto può capitare.
- Comunque io sono Diego e lui è il mio compagno Giulio.
- State insieme?
Il moro (Giulio) ed il rasato (Diego) sono una coppia. Rimango basito e la prima cosa a cui penso è:
- Ma non siete gelosi l’uno dell’altro?
- Chiunque se lo chiede. Comunque no.
Giulio è l’unico a non fiatare. In tutto il tempo non riesco a sentirlo parlare. Se ci penso mi vengono in mente solo i sospiri che emetteva quando scopavamo. E’ strano pensare di aver scopato con uno del quale non sai nemmeno com’è la voce.
Pochi secondi e mi si presenta davanti Pietro completamente bagnato e dagli occhi intuisco che non è molto felice.
- Lu, per favore andiamo via?
- Perché?
- Ne parliamo dopo, per favore?
- Ma sono in compagnia!
- Te lo chiedo PER-FA-VO-RE!
- CHE-PAL-LL-LL-LLE!
- Avanti voi due, venite con noi nello spogliatoio. Vi faccio avere il numero di questo fantastico ragazzo dal fisico bellissimo di nome Luca! Sapevano già il tuo nome, vero?
- Diego, Giulio mi perdonate?
- Ma scherzi? Certo! E poi credo che il numero ce lo darai direttamente tu.
- Infatti. Andiamo nello spogliatoio?

Raccogliamo gli asciugamani e ci dirigiamo. Giulio ancora non parla. Sorride e basta.
Scambiamo i numeri. Ci salutiamo. E in tutta fretta Pietro mi trascina via.
Una volta fuori è l’ora delle spiegazioni.
- Piè, ma cosa ti è successo?
- Prometti che non mi prendi per il culo e non lo racconti a nessuno? Nemmeno a Maggie o ai tuoi amici etero?
- Promesso.
- No! Devi dirlo per bene!
- Ok. Prometto che non lo dirò a nessuno. Non lo dirò a Maggie. Non lo dirò a Claudio e non lo dirò a Max. così va bene?
- Ok ok. Allora…
- Mamma quanto sei infantile.
- Smettila. E’ una cosa seria.
- Ok
- Dunque, sono entrato nel bagno turco. Tu sai che quando entro io nei posti, tutti mi guardano e mi sbavano addosso.
- Quindi?
- Così è successo. Entro, tutti si girano, interrompono quel che stavano facendo, io mi gaso, mi sento troppo figo. Mi dirigo verso una giusta postazione. Tra i più carini, intendo. Tutti continuano a guardarmi ed io non mi accorgo che in punto il pavimento è molto bagnato rispetto al resto e…
- Dimmi che non è vero!
- Si, sono scivolato come un coglione. Che figura di merda. Ti ho cercato per un ora. Volevo andare via da solo.
Mi piego in due dalle risate. Mi manca quasi il respiro.
- Sei uno stronzo, non andare a raccontarlo in giro. L’hai promesso!
Continuo a ridere. Lui, imbarazzato mi guarda e sorride. Vorrebbe ridere anche lui.

Ci dirigiamo verso casa. Maggie credo non cenerà con noi. Oggi non l’ho sentita per niente.

giovedì 19 aprile 2007

Un Luca tutto nuovo!

Roma 19/04/2007
h.21:30

Oggi ho avuto giusto il tempo di svegliarmi, rifare la valigia, farmi una doccia, lasciare le chiavi sotto il tappetino e andarmene.
Dublino mi ha ospitato per dieci giorni. Per la precisione è stato Holden (25 anni) ad ospitarmi. E’ gia una storia chiusa quindi inutile parlarne. Solo un’esperienza in più.
Mi metto gli auricolari dell’ I-pod di Maggie targato Hello Kitty e lascio fare tutto a Carmen Consoli. “Bambina impertinente” mi rimbomba nelle orecchie e credo di essere l’unico a canticchiare a bordo dell’aereo finché l’hostess non mi dice di spegnerlo.

Arrivo a Fiumicino intorno alle 18:00. Maggie mi aspetta nella hall insieme ad un amica mai vista.
Brevi presentazioni. Si chiama Laura. Castana, occhi tondi verdi ed un look figlia dei fiori. Infatti studia all’accademia di belle Arti.
Maggie mi abbraccia e mi bacia.
- Cosa mi hai portato da Dublino?
- Ti do tutto quanto dopo, ora voglio solo andare a casa sono distrutto. Sai gia da che parte sono i treni?
- No! Siamo in macchina con Laura.
Capisco in quell’istante perché si è presentata in compagnia. Poca voglia di treno.
Seppure il viaggio verso il centro di Roma non è poi così lungo mi addormento sul sedile dell’auto, come se fossi tornato da Dublino a piedi. Stanchissimo.

Devo dire che dopo l’ultima pagina del mio vecchio diario ho aspettato il diploma per andarmene. Non potevo che scegliere Roma. Dopo aver tappato il buco nel muro non ho smesso di vedere Manuel, da quel momento in poi però, le redini le ho sempre tenute io. L’ho scopato fino a stancarmi. Bella la vita!


Mi risveglio direttamente sotto casa. Ora abito a Roma, con Maggie ed altre due ragazze in un appartamento. Per la precisione Piazza Bologna.
Maggie mi aiuta a portare la valigia, Laura invece ci abbandona per andare al Coming Out dietro al Colosseo.
Ascensore, terzo piano. In casa non c’è nessuno. Camera mia è come l’avevo lasciata.
Buttiamo la valigia sul letto. Apro la finestra, c’è aria di chiuso.
- Dai, dammi il regalo! Lo voglio, lo voglio, lo voglio!
Apro la valigia e tiro fuori un pacco piuttosto pesante. Lo scarta.
- Tutto qui? Libri?
- Quanto sei ignorante, leggi bene di chi sono.
- Alan Lee. Il tipo delle fate?
- Si, ma provengono da un fantastico negozio che secondo me aveva qualcosa di magico. Prova ad ispirarti per dipingere. Dicevi che ultimamente ti sentivi bloccata e in accademia non ti apprezzavano più come prima.
- Che belli sembrano quasi antichi, ma dici che fate e folletti esistono sul serio?
- Qualcuno a Dublino dice di si. Io ci credo.
- Allora ci credo anche io, grazie!
Mi da un altro bacio e andiamo in cucina. Sigaretta e caffè. Lei non lo beve. Dice di aver bisogno di dormire, domani deve andare a lezione. Io rientrerò direttamente lunedì. Sono al terzo anno di architettura. E quest’anno ho saltato un po’ troppo.
L’odore del caffè invade tutta la cucina, mi fa piacere essere di nuovo a casa. Seppure per poco Maggie mi è mancata. La osservo fumare e riconosco che è davvero bella. Ora ha i capelli lunghi, da poco ha deciso di eliminare la frangia e la sta facendo ricrescere.
Siamo proprio diventati grandi, la vedo sempre più donna.
- Domani te ne starai a casa da solo?
- Penso di si. Devo sistemare la valigia, ripulire un pò e poi boh.
- Allora non ti sveglio, ci sentiamo giusto all’ora di pranzo.
La vedo bella, però avverto qualcosa di sconosciuto. Mi saluta con un altro bacio e va a letto. Non è tardi e non capisco tutti questi baci. Ma la conosco talmente bene che so di non doverle chiedere niente. Contraccambio il suo bacio e le dico di volerle bene.
- Anche io, da morire! Notte Lu.
- Notte Maggie.
Non mi faccio troppe domande e continuo a fumare.